10 Marzo 2021- Sciopero Nazionale delle Partite IVA

Intervista a Massimo Gervasi, Presidente APIT ITALIA

Il prossimo 10 marzo è stato indetto lo sciopero delle Partite IVA in Italia.

E’ la prima volta che una intera categoria di lavoratori autonomi, senza distinzione di Codici ATECO si è organizzata per protestare a Roma. APIT ITALIA è uno dei promotori dell’iniziativa, iniziativa decisa all’inizio di quest’anno quando ancora al Governo c’era una compagine “giallo rossa” e il Presidente del Consiglio era Giuseppe Conte.

Se è vero che al Governo le cose sono drasticamente cambiate, se è vero che il discorso del neo eletto Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dato segnali differenti rispetto al suo predecessore, è pur vero che la situazione sanitaria continua a prevalere su quella economica.

E a pagarne le spese sono soprattutto le PMI, gli artigiani, i ristoratori, le palestre, i liberi professionisti, le giovani Partite IVA, in una parola: una immensa Galassia di lavoratori.

Abbiamo incontrato Massimo Gervasi, Presidente Nazionale APIT ITALIA e gli abbiamo posto una serie di domande.

Ne è scaturita una lunga conversazione, un j’accuse molto lucido e intenso.

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Il 10 marzo, data scelta per lo sciopero della Galassia  delle Partite IVA  non è stata scelto a caso: è passato un anno esatto dal primo lock-down: un anno di incognite e di sconfitte sanitarie ed economiche.  Inizialmente per noi tutti ed in particolar modo per le nostre Istituzioni tutto è avvenuto in un modo alquanto “imprevisto” (lo stesso Ministero della Sanità era incredibilmente impreparato ad una simile Pandemia), oggi però, a distanza di tanto tempo, laddove tutto è oramai “previsto”, siamo ancora al punto zero, ma più deboli ed impreparati di prima.

Molte categorie, non solo le piccole e nano imprese sono state discriminatamente e duramente sacrificate dal sistema. Centinaia di migliaia di imprese oggi sono fallite non per colpa del virus, ma per le scelte sbagliate di chi ci governa.

Il 10 marzo diremo Basta. Anzi lo urleremo perché pare che nessuno ci abbia mai voluto  sentire. Basta essere considerati il bancomat di uno Stato che in questo frangente si è dimostrato sprecone, disorganizzato e incapace.

Sarà principalmente uno sciopero fiscale: se tu mi chiudi io non ti pago. 

Al Governo chiediamo per prima cosa un mea culpa: nessuno ha pagato per evidenti errori di valutazione; le conseguenze sono sempre toccate a noi del mondo del privato.

Non cerchiamo assistenzialismo, vogliamo garanzie.

Serve una Riforma vera del sistema fiscale. Servono garanzie sul credito, sui futuri investimenti.

Le imprese sono pronte ad investire sul cambiamento ma le banche non accettano di rischiare dopo tanta incertezza.

Sarebbe importante che parte del Recovery Plan che io preferisco chiamare con il suo nome “Next Generation” fosse dedicato alle garanzie di Stato sugli investimenti del privato.  

Serve diminuire enormemente il costo del lavoro.

Serve investire sui giovani, sull’istruzione e sulla formazione. Servono più controlli sugli sprechi pubblici: la magistratura contabile e l'Autorità Anticorruzione che fine hanno fatto?

Occorre riformare il sistema di controllo fiscale: le Agenzie delle Entrate sono molto spesso colpevoli e causa del fallimento di centinaia di migliaia di imprese con richieste di interessi illegittimi su sanzioni e soprattutto accertamenti fantasma su aziende sane.

Per scoprire poi che i funzionari dell’ADE ricevono bonus sugli accertamenti. 

In conclusione: serve controllare il controllore.

Alla politica non dovrebbe essere concesso di sbagliare e chi lo fa dovrebbe pagare in prima persona. Lo Stato rimane il primo responsabile della sicurezza e della tutela dei diritti costituzionali dei suoi cittadini, non solo dei loro doveri. Il fallimento di centinaia di migliaia di attività (oltre 400 mila P.IVA hanno chiuso quest’anno e oltre la metà coinvolge le donne) , i milioni di disoccupati, le tantissime vittime del Covid, lo spreco di miliardi di euro in cose inutili e soprattutto averli investiti altrove anziché dare mandato alle nostre eccezionali imprese made in Italy (che sono al collasso) è conseguenza di negligenza, incapacità e soprattutto evidente conflitto di interessi: elusione, clientelismo di favore . 

Se il Presidente Conte fosse stato in buona fede doveva almeno interrompere la catena dei fallimenti istituzionali ed avere il coraggio di rimpiazzare chi ha fallito nei propri compiti. Ricordiamo tutti il Ministro dell'Istruzione Azzolina: davanti ad un emergenza sanitaria che impediva ai nostri ragazzi il ritorno a scuola rispondeva con l’inutile acquisto di migliaia di banchi a rotelle, che sono già stati archiviati. Tutti ci aspettavamo l'acquisizione di locali più ampi così da rispettare le distanze. Il Governo poteva prendere in affitto gli enormi padiglioni fieristici che da mesi sono inutilizzati causa Covid e nel frattempo approfittare per ristrutturare le scuole fatiscenti che da anni reclamano manutenzioni. 

Evidente poi l’incoerenza ed il fallimento del Ministro dei Trasporti De Micheli: ancora oggi mancano i doppi trasporti previsti per gli studenti, i pochi mezzi pubblici continuano ad essere affollati e senza controllo (e mai sanificati tra un viaggio ed un altro).

Il colmo è che sui mezzi privati, delle ormai fallite imprese di trasporti, è obbligatorio rispettare la misura massima del 50% della capienza prevista,  mentre gli stessi provvedimenti non sono previsti per i viaggi in aereo.

Nel frattempo però, con approvazione del Ministro degli Interni Lamorgese, continuano imperterriti e senza controllo gli sbarchi di migliaia di immigrati potenzialmente positivi al Covid; coloro che non sfuggono ai controlli vengono segregati in navi crociera con costi di noleggio di decine di milioni di euro. Veramente non si poteva far meglio?!

Poi, ma non per ultimo, la presa di posizione del Ministro della Sanità SPERANZA che contrariamente al parere del Comitato Tecnico Scientifico decide di prorogare la chiusura di ristoranti, attività sportive, campi di sci – solo per citarne alcuni - con danni per miliardi di euro.

Al Commissario Arcuri invece vorrei ricordare che nel passato molti dei problemi catastrofico-ambientali e sanitari, sia nel nostro Paese  ma anche in altri Paesi del Mondo, sono  stati risolti dalla nostra Protezione Civile e dal nostro Esercito. Perché queste enormi risorse logistiche e infrastrutturali  sono state completamente escluse e gli è stato permesso di poterle sostituire con tende scenografiche a forma di fiore chiamate PRIMULA, con spreco di denaro senza fine e senza che nessuno osasse criticare tale folle decisione?  

L’Associazione Partite Iva Toscana - APIT -  è nata nel 2020. Da pochi mesi, da territoriale, l’Associazione è diventata nazionale  ed ora si chiama APIT ITALIA (Associazione Partite IVA Territorio ITALIA).

L'Associazione, apartitica, ha l'obiettivo di tutelare tutti i possessori di Partita IVA mediante azioni mirate e class action volte alla salvaguardia delle aziende e dei singoli nei confronti di un sistema ormai troppo oppressivo e complicato. APIT ITALIA mette a disposizione dei propri associati una schiera di imprenditori e  professionisti del sistema fiscale, che hanno dedicato la propria vita al bene comune insieme al rispetto delle regole del nostro territorio. 

Tra i principali obiettivi di APIT ITALIA si segnala il dare sostegno e supporto tecnico alle nuove e future Partite IVA, assistere chi è già stato investito dalla gogna esattoriale,  trovare punti di incontro con le amministrazioni Comunali, Provinciali e Regionale in vista dell’apertura del tavolo di crisi “Pro Partite Iva”. E’ una vera e propria piattaforma di formazione e informazione.

APIT ITALIA nasce e si espande su tutto il territorio regionale Toscano con circoscrizioni provinciali; oggi è presente su tutto il Territorio Nazionale, vantando più di 8.000 membri associati. Il sottoscritto Massimo Gervasi è il presidente dell’Associazione Partite IVA Italia. 

Vivo ad Arezzo. Sono sposato e sono padre di tre figli in età scolare.

APIT ITALIA vuole essere un punto di riferimento, vuole creare un canale di comunicazione tra la burocrazia tecnocratica europea e le piccole realtà del territorio, con newsletter mirate alle categorie, incontri periodici con esperti del settore, possibilità di Webinar specifici. La presenza digitale di APIT ITALIA  intende rafforzare il network tra i soci informandoli e dando loro possibilità di esprimersi attraverso nuove formule di comunicazione interattiva: pagina youtube, linkedin, una testata on line gratuita e una serie di  podcast. Ma stiamo iniziando a lavorare anche sul territorio: è imminente infatti l’apertura di sportelli reali, luoghi dove poter fare formazione e dare informazione dal vivo.

Sempre che finiscano le restrizioni e si possano riaprire i luoghi di incontro.

APIT ITALIA  vuole essere di supporto, attraverso i suoi consulenti, alle Partite IVA, ai giovani e alle Imprese per ottenere investimenti privati, istituzionali ed Europei . Un altro punto di forza di APIT ITALIA  sarà il valorizzare le esperienze e gli asset delle associazioni di Categoria già attive in Italia, diventando un punto di riferimento concreto per ogni iniziativa legata alla promozione delle attività a sostegno di politiche volte a favorire l’impresa e l’occupazione giovanile.

Massima priorità verrà data alle iniziative per i giovani: l’utilizzo pieno dei soldi del Fondo Next Generation sarà un occasione per molti giovani imprenditori e Partite IVA. Per questo abbiamo creato APIT GIOVANI dedicato ai giovani imprenditori titolari di Partita Iva (under35) ed ai Neet, quel gruppo di giovani senza impiego ed attualmente fuori dal mercato del lavoro. 

Sono molte le Associazioni di Partite IVA che scenderanno in campo; una sorte di coesione finalmente raggiunta dopo mesi di manifestazioni individuali delle varie associazioni di categoria. Ora la crisi ha toccato veramente tutti, anche coloro che fino a ieri con le proprie risorse hanno anticipato CASSE INTEGRAZIONI e puntato sui Crediti d’imposta; oggi a distanza di mesi senza incassi e senza liquidità è impossibile continuare.

Anche le grandi aziende crollano davanti a tanti mesi di zero fatturato: il mondo dello spettacolo, del cinema, dei musei (-90%), del turismo, delle fiere, tour operator e agenzie viaggi (-90%), dello sport, del benessere (-90%), del ristoro (bar, pasticcerie, ristoranti, agenti di commercio, etc..) Tutti puniti senza prove chiare, senza prove scientifiche. Oggi tutte queste categorie discriminate da uno stupido Codice ATECO, scenderanno tutte in piazza perché quanto è successo ieri non accada mai più.

Siamo tutti Partite IVA. La differenza non stava nel Codice ATECO ma nel mancato fatturato.

La Galassia delle Partite IVA diventerà un duro stallo per la politica Italiana: pronti ad attaccare ogni nuovo fenomeno di negligenza!

Certamente abbiamo davanti a noi un personaggio che ha cambiato il volto dell’UE, un ex Presidente della BCE ammirato da tutti i paesi membri. Sarei un ipocrita però a non ammettere che il cambiamento di cui Draghi è stato promotore ha giovato solo a pochi Paesi in Europa e non di certo all’Italia: dall’arrivo dell’EURO, ogni italiano oggi vanta un debito procapite di 93 mila euro, mentre un tedesco vanta un guadagno di 26 mila euro. Non sono un antieuropeista, dico solo che i nostri precedenti Governi, al contrario dei Governi di altri paesi, hanno commesso moltissimi errori di valutazione. Quello che mi auguro è che oggi il Presidente Draghi dia segnali di Patriottismo nazionale prima ancora che europeista. 

Da parte del Presidente Draghi non ho apprezzato il termine "ricostruire", termine utilizzato nel dopoguerra o in tempi a noi più attuali nel dopo terremoto. Ecco, noi non vogliamo fare la fine dei terremotati: dimenticati dallo Stato dopo mille promesse. L'unica guerra che ha comportato questa Pandemia è stata quella sociale con una enorme discriminazione tra mondo della pubblica amministrazione, economicamente illeso, completamente tutelato e, oserei dire, per certi versi premiato, ed il mondo del privato: sacrificati e senza garanzie. 

E ammaliati da promesse mai mantenute.

Le PMI d’Italia devono essere rispettate, sono loro che creano il VALORE AGGIUNTO di questa Nazione, il motore dell’economia del nostro Paese.

Non esiste un lavoratore di serie A e di serie B. Siamo tutti uguali, lo dice la costituzione.

Quindi davanti ad una crisi nazionale, tutti devono contribuire in egual misura. Il presidente Draghi parlando di cambiamento ha sottovalutato un importante riconoscimento.

La storia insegna che l’innovazione è sempre stata opera degli imprenditori: creazione, immaginazione, evoluzione, e non degli investitori che giocano in borsa.

Non ho apprezzato l'intenzione da parte del Presidente Draghi di lasciare indietro chi non riesce a risollevarsi o non accetta il cambiamento. In questa selezione fisiologica sono comprese anche aziende come ALITALIA e ILVA Arcelor Mittal??

Presidente, il "rischio di impresa" per un imprenditore non comprendeva l'imposizione di una chiusura per mesi facendo rimanere in attivo ogni tipo di costo. Oggi i conti correnti di moltissime Partite IVA, i loro dipendenti e quindi tutte le loro famiglie sono in un totale profondo rosso. Nessuno come noi "Partite IVA" conosce bene la differenza tra zona gialla, zona arancione e zona rossa. Aggiungerei anche "notti in bianco".

Signor Presidente la parola giusta è RIPARTIRE.

Riforma radicale ed immediata del SISTEMA FISCALE con obiettivi di semplificazione e abbattimento della burocrazia e quindi degli adempimenti; è assurda la proposta del Presidente dell’ADE Ruffini che propone una valutazione mensile delle imprese, varrebbe a dire 12 dichiarazioni del reddito ogni anno più pratica di conguaglio. Peggio ancora la proposta di Luigi Marattin, presidente della commissione Finanza della Camera: riformulazione degli acconti e dei saldi delle imposte;  in questo caso in 12 rate mensili anziché nei 2 previsti acconti; in tutto ciò dov’ è il beneficio? Dove è la semplificazione?

2) Abbattimento del costo del lavoro; del cuneo fiscale. Si al Reddito di cittadinanza lavorato e gestito direttamente dai datori di lavoro; l’imprenditore si limiterà a pagare solo i contributi e il guadagno in eccedenza. Serve agevolare l’introduzione e l’utilizzo dei Voucher perché sono tante le richieste occasionali. Soprattutto in questo periodo emergenziale in cui il lavoro è un’ incognita.

3) Garanzie di Stato sul credito alle imprese per i prossimi anni. Tutti hanno diritto a sopravvivere e provare ad adattarsi al cambiamento; il circolo economico del nostro paese è alimentato per l’80% dalle piccole nano aziende, è una realtà che non può essere cancellata con una pandemia. Naturalmente, prima dei 3 punti in questione, è fondamentale un’apertura immediata di tutte le attività con rispetto delle eventuali restrizioni.

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